Italcementi, continua il confronto sulla riorganizzazione

Si è tenuto i eri a Roma, nella sede del
ministero del Lavoro, un nuovo incontro tra le segreterie nqzionali dei
sindacati di categoria e i vertici del
gruppo Italcementi. Sul tavolo la riorganizzazione del
gruppo, che dall’estate scorsa è controllato dalla multinazionale tedesca Heidelberg, titolare del 45% delle azioni.
Il riassetto, già  in fase avanzata di realizzazione, prevede a livello
nazionale la chiusura di due siti produttivi (Monselice in Veneto e Scafa in
Abruzzo) e pesanti tagli sia nella sede centrale che negli altri stabilimenti,
compreso quello di Trieste, dove il forno è chiuso da due anni e operano oggi soltanto
22 dipendenti. Il pirncipale nodo al centro del confronto con l’azienda è l’utilizzo
degli ammortizzatori sociali, anche alla luce della nuova disciplina introdotta
dal decreto legislativo 148/2015, il cosiddetto jobs act.
L’obiettivo dei sindacati è quello di garantire ai lavoratori colpiti dalle
chiusure e dai tagli di organico la massima copertura possibile in termini di
cassa integrazione straordinaria, nonostante i più rigidi paletti posti dal
jobs act sulla durata massima degli ammortizzatori: l’obiettivo è possibile sia
in virtù del nuovo piano industriale che deve essere presentato dal gruppo, sia
grazie alle deroghe ammesse in relazione al forte impatto occupazionale del
gruppo nei territori dove è presente. Si punta inoltre a definire nuovi
incentivi alla mobilità  volontaria.
Se ne tornerà  a parlare nel prossimo incontro, già  convocato a Roma per il 2
dicembre. Tra i temi anche le proposte del sindacato
per il rilancio del gruppo, dalla creazione a Bergamo di un polo di ricerca attivo per tuto il gruppo Heidelberg agli
investimenti sulle produzioni di alta gamma come il cemento biodinamico.