Presentato il concordato: per la Vidoni è l’ultima chance 

 «Il ridimensionamento aziendale sarà  drastico. Meglio però uscire con le ossa rotte, ma con un progetto che si proietterà  dal 2017 in poi con il tentativo di acquisire commesse in settori meno inflazionati e più specialistici. È un tentativo per la sopravvivenza». Queste le dichiarazioni rilasciate al messaggero Veneto da Francesco Gerin, della Fillea Cgil Udine, dopo la presentazione (in extremis) del piano di concordato preventivo da parte della Vidoni Spa , alla scadenza della proroga già  concessa a giugno dal Tribunale di Udine.
Si tratta dell’estremo tentativo di salvare l’azienda, anche se a prezzo di un pesantissimo ridimensionamento, che prevede la dismissione del ramo edilizia, la vendita dei beni immobili, compresa la sede di Tavagnacco, e di gran parte dei macchinari. Se ci sarà  il consenso dei creditori, l’azienda potrà  ripartire limitando la propria attività  ad alcune nicchie di mercato come le gallerie, le fondazioni speciali e le opere idraulico forestali, salvando parte degli attuali cento dipendenti, che perderebbero tutti il posto invece in caso di fallimento. Se il piano passerà  il vaglio del Tribunale, la parola passerà  ai creditori, la cui risposta dovrebbe arrivare entro la seconda metà  di ottobre. L’unica certezza, al momento, è che si tratta dell’unica strada per salvare parte dei posti di lavoro della storica azienda di Tavagnacco.