Costruzioni, +2.300 occupati in tre anni

Si conferma ancora positivo anche in Fvg, come mostrano i dati delle casse edili, l’andamento del settore delle costruzioni. Il comparto ha vissuto una significativa crescita negli ultimi anni dovuta prevalentemente ai vari incentivi fiscali collegati alla riqualificazione abitativa, dal bonus facciate al 90% al 110%, nonostante tali misure abbiano evidenziato in alcuni casi effetti distorsivi e speculativi, tra cui l’incremento dei prezzi dei principali materiali da costruzione e problematicità  quali la carenza di manodopera e aspetti connessi al rispetto delle norme contrattuali e di salute e sicurezza sul lavoro.
In Fvg, rispetto al 2000, la crescita è stata di 500 imprese e 4mila nuovi addetti. Ad oggi sono circa 2.300 gli imprenditori e 11.000 le maestranze che operano nei cantieri. 
Tra superbonus e Pnrr nel settore sono stati movimentati 12.371 interventi in condomini, case unifamiliari e unità  immobiliari indipendenti, per oltre 2 miliardi di risorse investite, in crescita del 16% nel 2022-23 rispetto al biennio precedente, e con un peso dell’8,4% sul Pil regionale e con un aumento. Ulteriore fattore caratterizzante è che nei lavori pubblici si sono ridotti i tempi di affidamento delle opere di cantierizzazione per effetto delle norme straordinarie del Covid e del Pnrr: i tempi medi tra la pubblicazione del bando e l’apertura dei cantieri sono passati dai 19 mesi del 2020 ai 3 del 2023. In tal senso, pur registrando in maniera positiva le riduzioni delle tempistiche, va altresì segnalata la nostra preoccupazione non solo come organizzazioni sindacali ma anche da parte di pezzi del mondo produttivo, perché il nuovo Codice degli appalti pubblici, licenziato definitivamente in Consiglio dei ministri il 28 marzo scorso, rappresenta una sostanziale “deregulation” rispetto a diverse norme di garanzia inerenti la trasparenza dei lavori pubblici, il trattamento economico e la sicurezza dei lavoratori. La questione socialmente più spinosa è quella dei subappalti a cascata.
Si recepiscono, è vero, indicazioni europee contrarie ai vincoli nazionali sulla materia, ma è deregulation che preoccupa perché il nuovo codice non prevede limitazioni percentuali per il ricorso al subappalto, non indica il divieto di subappaltare il subappalto, cancella l’obbligo di indicare in sede di offerta i possibili subappaltatori (anche se va considerata la “white list” delle imprese). Alla stazione appaltante resta la possibilità  di indicare lavori non subappaltabili, illustrandone i motivi.
Preoccupano in prospettiva le incertezze sull’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e l’avvicinarsi del termine del Superbonus, che ha già  evidenziato un primo segnale di rallentamento del settore, registrato dalle casse edili nell’ ultimo trimestre. 
Dunque più che mai l’attenzione si sposta ora sulle risorse del Pnrr, che ha coinvolto e potrebbe coinvolgere numerose aziende in appalti pubblici, strumento essenziale di sostegno alla crescita del comparto edile e del paese in generale.
Per quanto riguarda il quadro locale, particolare attenzione meritano i progetti che riguardano Trieste, un totale di oltre 140 milioni, a cui dovrebbero sommarsi ulteriori 12 progetti per un finanziamento di 22,4 milioni in approvazione da parte dell’Esta. Ma le risorse più copiose riguardano l’Autorità  portuale, che guarda al Fondo complementare al Pnrr, in cui sono previsti stanziamenti statali ma con le stesse regole imposte dall’Ue e quindi con termine al 2026 per l’esecuzione dei lavori. In ballo, fra Trieste e Monfalcone, ci sono più di 400 milioni e i tempi per spenderli sono stretti. 
La grande corsa delle costruzioni degli ultimi anni ha fatto registrare numeri rilevanti sul fronte dei nuovi occupati in ambito nazionale, considerando che il saldo occupazionale tra prima e dopo la pandemia (2019-2023) ha visto una grande incidenza del comparto, cui fanno capo 217 mila dei 474 mila nuovi posti di lavoro. È quanto emerge da una elaborazione Istat con una crescita record: +16,5% di occupati e in coerenza con i numeri presenti anche a livello regionale , il tutto grazie anche all’ applicazione del Durc di congruità  (lotta storica dei sindacati) avviato il primo novembre del 2021, che ha fatto emergere molti dei lavoratori prima operanti nel settore con altri contratti collettivi di riferimento o operanti in maniera irregolare.
Le prospettive future del settore in Fvg sono legate alla maggior qualificazione d’impresa e alla valorizzazione delle maestranze e delle competenze. I sindacati, di comune intesa con le associazioni datoriali, stanno ragionando da mesi in merito alla problematica relativa al carattere demografico e al tema delle professionalità  qualificate che il settore perderà  nei prossimi 5-7 anni a causa dei pensionamenti previsti. In questo senso, in collaborazione con la regione, si sono avviati ormai da tre anni i recruiting day, quale politica di messa in correlazione tra la domanda e l’offerta per attirare nuovi lavoratori nel comparto e affrontare la sfida di mantenere un’ossatura professionale solida.
Ulteriori azioni unitarie dal punto di vista sindacale avviate in Fvg presso le Prefetture riguardano le richieste di incontri volti a favorire dei protocolli di intesa per l’inserimento socio lavorativo in edilizia di richiedenti e titolari di protezione internazionale e altri cittadini stranieri in condizioni di vulnerabilità  e per l’attivazione su base regionale o provinciale di un Osservatorio permanente sulla sicurezza e la regolarità  nei cantieri edili. Registriamo ulteriormente con piacere che nel 2023, all’interno del protocollo d’intesa per la pianificazione di interventi in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, in ambito portuale a Trieste, abbiamo sottoscritto l’istituzione di un coordinamento tra Rlss e Rlst del Comparto. 
Per quanto concerne la parte contrattuale, registriamo con soddisfazione la chiusura di tutti i livelli contrattuali inerenti l’edilizia in Fvg: tra fine 2022 e inizio 2023 i sindacati hanno sottoscritto i rinnovi dei contratti integrativi regionale dell’edilizia afferenti al comparto Artigiani e della Confapi e i quattro integrativi provinciali dell’edilizia industria (Ance).
In materia di Casse Edili le medesime hanno dato ottimi segnali di tenuta e l’andamento del settore ha sicuramente favorito il consolidamento di bilancio delle stesse, con politiche di maggior sinergia operate in alcune di esse, volte a favorire il contenimento dei costi e il miglior servizio possibile ad imprese e a lavoratori, con un’ ulteriore nota positiva inerente all’ottima attività  ormai svolta da da parte delle scuole edili, il tutto grazie a un’ottima gestione e al contributo dei sindacati nei cda degli enti bilaterali, di cui siamo parte integrante.
Il 2024 per la Fillea Cgil Fvg e a caduta per tutte le strutture operanti a livello provinciale sarà  caratterizzato da un’attenzione particolare al tema della legalità  e della regolarità . Solo per citare alcuni fenomeni rilevati come quelli delle “finte” partite Iva in mono-commitenza, forme usuali di applicazione di part-time involontario, dimissioni involontarie praticate a lavoratori con scarsa conoscenza linguistica, i cosiddetti ” distacchi ” registrati in progressivo aumento negli ultimi mesi dell’attività  di imprese edili straniere nei cantieri che, prevalentemente con rapporti contrattuali di subappalto, distaccano in Italia lavoratori propri dipendenti senza il rispetto di quanto previsto dalla normativa e generando forme di dumping nei confronti delle imprese più virtuose, tanto più in una regione di confine come la nostra. A questo si aggiunga tutto il tema del rispetto delle normative inerenti a salute e sicurezza, a partire dalla necessaria e prevista conoscenza linguistica per chi opera nel cantiere, che da sempre rappresenta una struttura organizzativa complessa e in cui il rischio è particolarmente elevato, tanto più dove si concentrano lavoratori provenienti da paesi diversi e con scarsa conoscenza della lingua italiana e delle norme.
Massimo Marega, segretario generale Fillea Cgil Fvg