Tempi lunghi nei pagamenti e settori scoperti. La Cgil lancia l’allarme ammortizzatori

Accelerare
le pratiche della cassa integrazione in deroga. Estendere le platee dei
beneficiari degli ammortizzatori sociali, con particolare attenzione ai
settori che sconteranno più a lungo e in modo più pesante gli effetti
dell’emergenza, su tutti turismo, ristorazione e commercio. Potenziare
anche gli strumenti di conciliazione e le politiche attive del lavoro. A
chiederlo è la Cgil Fvg, con la responsabile delle politiche del lavoro
della segreteria regionale Susanna Pellegrini, a fronte del boom di
domande di cassa integrazione, che in regione riguarda una platea
stimata vicina ai 150mila lavoratori: «Per oltre un terzo di questi ““
spiega Pellegrini ““ si prospettano purtroppo tempi molto lunghi di
erogazione delle spettanze, in particolare per le domande di cassa
integrazione in deroga, che scontano pesantissimi ritardi sia nella fase
di decretazione da parte della Regione che nelle procedure di
accoglimento e di liquidazione da parte dell’Inps».
I
NUMERI.
Stando ai dati Inps sulla cassa integrazione ordinaria, i
beneficiari coinvolti ““ al 22 aprile ““ erano 6,8 milioni a livello
nazionale, compresi i lavoratori coperti dal Fondo di integrazione
salariale (Fis) dell’Inps. Circa due terzi, 4,3 milioni, riceveranno il
trattamento anticipato da parte delle aziende, mentre un terzo dovrà 
attendere il pagamento diretto da parte dell’istituto, «che temiamo avrà 
tempi particolarmente lunghi, soprattutto per quelle a carico del Fis»,
dichiara ancora Pellegrini. Ma destano forte preoccupazione anche i
primi numeri sulle domande di cassa in deroga: «A fronte di un numero di
richieste che la Regione quantifica in circa 8mila, per una platea già 
stimabile quindi in 16mila beneficiari, le domande giunte a decreto sono
al massimo il 10%».
I
TEMPI
A pesare è la mole enorme di domande concentrate in poche
settimane. Con le 8mila domande attuali, infatti, è già  stato
raddoppiato il precedente picco, che risaliva al 2013 ed era di 4.200
domande in un anno. Numeri che stanno mettendo a durissima prova anche
l’Inps. I dati diffusi il 22 aprile, riferiti alle prime 379 domande,
parlavano di 214 richieste approvate dall’Inps, di cui meno di un terzo,
67, giunte a liquidazione: solo 141 lavoratori, quindi, a fronte di
16mila richiedenti, hanno ricevuto o stanno per ricevere la cassa in
deroga». Pur consapevole delle difficoltà , la Cgil chiede «il massimo
sforzo» per accelerare le pratiche sia nella fase di spettanza regionale
che sul versante Inps, «dove la task force predisposta dall’istituto a
livello regionale per far fronte alla crescita esponenziale delle
domande ““ rileva ancora Pellegrini ““ non basta a compensare i danni
prodotti da dieci anni di progressiva riduzione degli organici».
AMMORTIZZATORI
FVG.
Premesso che l’indennità  copre soltanto una parte del salario
pieno, decine di migliaia di lavoratori dovranno attendere a lungo per
vedersi liquidare i primi assegni. Ma sono tantissimi anche quelli
tuttora privi di ammortizzatori ““ i lavoratori domestici, migliaia di di
co.c.o.co e partite iva, stagionali, tirocinanti ““ o che rischiano di
restare del tutto scoperti se il Governo non interverrà  in tempi brevi
per allungare l’estensione temporale della cassa in deroga, fissata in 9
settimane. Da qui l’appello alla Regione a mettere in campo risorse
proprie per potenziare ed estendere gli ammortizzatori: «Altre Regioni ““
rimarca Pellegrini ““ sono intervenute in tal senso, per cui ci
attendiamo interventi di almeno pari portata anche da parte della nostra
Regione, anche facendo leva sulla specialità , per garantire un sostegno
ai lavoratori attualmente scoperti. E con la consapevolezza ““ prosegue”“
che per comparti come il commercio e il turismo la ripartenza sarà 
lenta ed estremamente difficile».
SOSTEGNO
AI CONGEDI E AL TERZO SETTORE.
Interventi mirati della Regione, per la
Cgil, serviranno anche sui congedi parentali e per sostenere le
famiglie, nella prospettiva di altri cinque mesi senza scuola. «Se le
lezioni a distanza rappresentano una risposta necessaria sul fronte
delle didattica ““ spiega la responsabile lavoro della Cgil ““ bisogna
anche rafforzare gli strumenti per consentire un vero ritorno
all’occupazione soprattutto delle donne, che devono far fronte a un
ulteriore aggravio dei carichi familiari sia nei confronti dei figli che
degli anziani, visto l’impatto dell’emergenza sul settore
dell’assistenza e del lavoro domestico. Se vogliamo una vera fase due
per l’occupazione servono interventi mirati anche sulle politiche di
conciliazione casa-lavoro e sul terzo settore, coinvolgendo realtà 
pubbliche e private in una riprogettazione complessiva dei servizi di
assistenza alle famiglie e ai minori, gettando le basi per una
ripartenza di nidi, ricreatori e centri estivi, sia pure graduale e con
tutte le indispensabili garanzie di tipo sanitario per garantire le
condizioni di sicurezza a lavoratori e utenti».