Opere pubbliche, contratto e pensioni per gli over 60: l’edilizia scende in piazza

Opere pubbliche per mettere in sicurezza il territorio e avviare un piano straordinario di manutenzione e recupero del patrimonio residenziale. L’estensione della platea dei lavoratori disagiati o precoci che potranno accedere all’anticipo pensionistico senza penalizzazioni, la cosiddetta Ape social. Un rinnovo contrattuale equo, che consenta una reale difesa del potere d’acquisto e che sappia valorizzare riconoscere nel giusto modo la professionalità  dei lavoratori edili. Queste le rivendicazioni al centro della giornata di mobilitazione nazionale promossa dai sindacati delle costruzioni per giovedì 25 maggio, con tre grandi manifestazioni a Bologna (per il Nord Italia), Roma (per il centro) e Bari (per il sud).
Si tratta dell’ennesimo grido di allarme di un settore che, come spiega il segretario generale della Fillea-Cgil Alessandro Genovesi, ha perso dall’inizio del 2008 al 2017, il 45% dei lavoratori, il 50% della massa salari , il 58% delle ore lavorate e il 44% delle imprese. Un comparto sostanzialmente dimezzato, tanto a livello nazionale come in Friuli Venezia Giulia, come dimostrano le tante storiche aziende cancellate dalla crisi, un lungo elenco che comprende nomi prestigiosi come Spav, Vidoni, Edilcoop e molte altre. Il 2017, purtroppo, non ha portato un’inversione di tendenza, come rimarca il segretario regionale Fillea Emiliano Giareghi, anche alla luce degli ultimi dati della Cassa edile di Udine, la più importante della regione, che nei primi tre mesi del 2017 registra un ulteriore calo, rispetto al 2016, sia nelle imprese iscritte (-10%) che nel numero di lavoratori (-9%). Di positivo un lieve aumento delle ore lavorate (+5%) e il dimezzamento del ricorso alla cassa integrazione, ma è troppo poco per parlare di ripresa per un settore che dal 2008, in regione, ha visto letteralmente dimezzarsi imprese, addetti e fatturati.
I DATI DEL SETTORE IN REGIONE