Legno, fumata bianca per il nuovo contratto nazionale

Buone
notizie per i lavoratori dell’industria del mobile e del legno. La
trattativa sul rinnovo del contratto di categoria, scaduto 18 mesi fa, è
approdata finalmente ieri all’esito finale, con il verbale di accordo
siglato ieri (L’ACCORDO IN SINTESI) da Federlegno e dalle segreterie nazionali di Fillea-Cgil,
Filca-Cisl e Feneal-Uil. Decisiva, evidentemente, la nuova mobilitazione
del settore, dove i sindacati avevano già  indetto due giornate di
sciopero tra fine ottobre (il 30 la data decisa a livello regionale) e
il 13 novembre. Il segnale forte lanciato dai sindacati alla ripresa del
tavolo di trattativa, dopo lo sciopero già  proclamato nello scorso mese
di febbraio, ha contribuito ad accelerare l’intesa, che non prevede
soltanto un incremento salariale medio di 70 euro lordi, in due scatti
con decorrenza settembre 2020 e gennaio 2021, ma anche miglioramenti
economici in materia di previdenza complementare, congedi parentali
maggiorazioni per i turnisti, un potenziamento della formazione, della
sicurezza e delle tutele bilaterali, la piena conferma di un impianto
contrattuale basato sul doppio livello, nazionale e aziendale. «Respinta
inoltre ““ come sottolineano anche i segretari regionali Massimo Marega
(Fillea), Luciano Bettin (Filca) e Massimo Minen ““ la la richiesta delle
aziende di gestire unilateralmente gli orari di lavoro e la
flessibilità , confermando che i recuperi dovranno essere contrattati con
le Rsu».
Notevole
l’impatto in regione, dove la filiera del legno arredo conta 18mila
addetti (anche se non tutti coinvolti dal contratto Federlegno) e vanta
un’incidenza del 14% sul Pil del manifatturiero, la più alta d’Italia,
con una produzione di 3,9 miliardi nel 2019, quando il settore ha
registrato una crescita del 5%. Ottima anche la reazione allo choc
economico dell’emergenza sanitaria e del lockdown, con un ricorso agli
ammortizzatori sensibilmente più basso rispetto agli altri settori e un
andamento occupazionale addirittura positivo per diverse aziende,
quantomeno prima della seconda ondata.
Il
verbale firmato ieri non rappresenta ancora il testo definitivo del
nuovo contratto nazionale, in vigore fino al 31 dicembre 2022: lo
diventerà  solo dopo l’approvazione dei lavoratori, che nelle prossime
settimane saranno chiamati a votare sull’intesa con modalità  che
verranno comunicate dai sindacati.