Cgil, il congresso si chiude con la fiducia a Pezzetta

Sì a una politica di investimenti
pubblici finanziata anche attraverso la leva del debito, ma a patto che
si tratti di investimenti strategici, capaci di sostenere la ripresa
economica e la crescita, quantitativa e qualitativa, dell’occupazione.
Questa la sintesi della proposta politica con cui si è chiuso il
Congresso della Cgil regionale, che ha chiamato una platea di duecento
delegati al Centro Balducci di Zugliano (Udine). A farsene interprete
Villiam Pezzetta, riconfermato a larghissima maggioranza nel ruolo di
segretario generale: 101 i votanti della nuova assemblea generale che ha
eletto il segretario: 78 si sono espressi per il nuovo mandato a
Pezzetta, in sella dal luglio 2016, a fronte di 14 voti contrari e di 9
astenuti. L’impegno, adesso, è quello di completare entro l’anno la
squadra della segreteria regionale, con la scelta dei nomi chiamati ad
avvicendare gli uscenti (Emanuele Iodice e Orietta Olivo) e la
definizione delle rispettive deleghe.
IL
DIBATTITO. Con la due giorni di Zugliano si è chiusa la fase regionale
di una campagna congressuale particolarmente impegnativa non soltanto
dal punto di vista dei numeri, con 820 assemblee di base e cinquanta
strutture sindacali da rinnovare nelle quattro province e a livello
regionale, ma anche per la complessità  del dibattito, segnato sia dalla
concomitanza della discussione sulla finanziaria nazionale sia dal tema
della successione a Susanna Camusso. Due temi toccati entrambi, ieri a
Zugliano, nella relazione conclusiva del segretario confederale Giuseppe
Massafra, fermo nel ribadire le perplessità  della Cgil anche sui
contenuti apparentemente più favorevoli della manovra, come quota 100 e
il reddito di cittadinanza, e altrettanto deciso nel sostenere la
proposta di Maurizio Landini, indicato dalla segreteria nazionale ““ «nel
pieno delle sue prerogative», ha detto Massafra ““ come candidato alla
successione in vista del congresso nazionale di Bari.
LE
PRIORITÀ IN FVG. La messa in sicurezza del territorio e il ripristino
della normalità  nelle aree montane colpite dall’alluvione, la lotta alla
precarietà  e il potenziamento delle politiche attive per il lavoro, «in
una regione dove i contratti a tempo indeterminato sono appena l’8%
delle assunzioni e solo il 6% dei posti di lavoro vengono assegnati
grazie al sistema di collocamento pubblico», il monitoraggio regionale
delle tante crisi aziendali che ancora impattano o incombono sul
territorio, un protocollo regionale per migliorare le tutele retributive
e contrattuali dei lavoratori impegnati negli appalti, il potenziamento
delle politiche sulla sicurezza del lavoro per ridurre gli infortuni
sul lavoro (23 quelli mortali tra gennaio e ottobre, oltre a una nuova
vittima ieri nel pordenonese, a seguito dell’investimento di un
lavoratore diretto in fabbrica). Queste alcune tra le grandi priorità  di
intervento che pezzetta ha sottoposto all’attenzione della Giunta dal
palco di Zugliano.
LE RIFORME. Attenzione alta anche sulla situazione della scuola (vedi il comunicato di oggi sul caso Trieste)
delle riforme della sanità  e degli enti locali, «con forti
preoccupazioni ““ ““ ha spiegato Pezzetta ““ per l’impatto che due nuovi,
concomitanti interventi di riordino strutturale dei due comparti
avrebbero sul territorio e sugli operatori». La Cgil, comunque, traccia
un bilancio positivo sull’avvio del confronto sulla riforma sanitaria,
«segnato dalla conferma, in linea con le richieste del sindacato, della
scelta di mantenere sotto un’unica direzione ospedali e territorio».
IL
VOTO. Prima di eleggere l’assemblea generale che ha confermato la
fiducia a Pezzetta, i delegati hanno votato il nuovo direttivo regionale
(vedi la lista completa dei 76 componenti)
e 8 delegati che rappresenteranno il Friuli Venezia Giulia al congresso
nazionale di Bari (altri sindacalisti della nostra regione verranno
designati dai congressi nazionali di categoria). Si tratta di Villiam
Pezzetta, Natalino Giacomini, Flavio Vallan, Rosanna Bottan, Maria
Belle, Anna Lendaro, Carmela Pasqua, Mauro Soldini.