Cadute dall’alto, prevenirle si può

Il 49% per cento degli infortuni mortali in edilizia avviene Fvg per cadute dall’alto. A citare il dato il consigliere regionale Roberto Novelli, primo firmatario della proposta di legge sulla sicurezza dei lavori edili in quota, presentata ieri in IV commissione.
La proposta, portata avanti da consiglieri di maggioranza e opposizione, si pone l’obiettivo di contribuire a una sensibile diminuzione degli incidenti in edilizia, favorendo l’adozione di adeguate misure di prevenzione, inerenti il sistema di accesso per raggiungere la copertura e i dispositivi di protezione, rafforzando quelle già previste dalla legislazione nazionale. «Altrettanto importante ““ hanno spiegato i firmatari ““è anche un’adeguata organizzazione del lavoro», ricordando che già altre Regioni (come Veneto, Toscana, Liguria) hanno già adottato provvedimenti normativi in materia.
«Con la presente proposta di legge ““ ha spiegato Novelli ““ si intende introdurre anche in Friuli Venezia Giulia una disciplina che definisca le misure preventive e protettive da adottare nella progettazione e realizzazione di interventi edilizi, riferiti a nuove costruzioni o a edifici esistenti, per garantire la migliore sicurezza contro le cadute dall’alto nei successivi lavori di manutenzione sulla copertura. L’obiettivo è far realizzare o adeguare gli edifici con sistemi permanenti e sicuri di accesso e di trattenuta. Alla domanda di rilascio del permesso di costruire, alla denuncia di inizio attività o alla comunicazione prevista nei casi di edilizia libera, pertanto, andrà allegata la documentazione tecnica riportante le misure adottate in relazione al percorso di accesso alla copertura, al transito e all’esecuzione dei lavori. In caso di impossibilità tecnica a realizzare tali opere, sarà richiesta la relazione di un tecnico abilitato che attesti le condizioni ostative ad adottare le misure richieste». La norma prevede ulteriori incombenze anche alla conclusione dei lavori, quando il committente dovrà fornire all’ente responsabile la documentazione attestante la corretta adozione delle misure previste.
«Il mancato rispetto delle prescrizioni potrà essere condizione ostativa al rilascio dell’autorizzazione all’inizio dei lavori o anche, nell’ipotesi di interventi di nuova realizzazione, al rilascio del certificato di abitabilità o agibilità », ha concluso Novelli, ricordando che la norma punta anche a sostenere l’avvio di campagne specifiche di formazione dei lavoratori, con il coinvolgimento delle associazioni di categoria.